Le mirrorless sono scomode, sono lente, la qualità d’immagine non è all’altezza delle migliori reflex, sono troppo tecnologiche e costano troppo per quello che offrono. Questo sentivo dire dal “web”. Di questo sono stato convinto fino a quando non ho acquistato una Fujifilm X-T1. Dopo 11 mesi di utilizzo in ambito lavorativo provo a ragionare su quanto sapevo allora e sulla mia esperienza fino ad oggi… Un viaggio in cinque tappe. Allacciate le cinture! :)
Una premessa è doverosa: non sono un “Pixel Peeper” (= persona che analizza attentamente una immagine alla massima grandezza per valutarne la risoluzione e la qualità.). Mi interessa che la qualità di immagine della mia fotocamera sia buona, non che sia la migliore in assoluto. Non ho mai analizzato minuziosamente la nitidezza agli angoli “a tutta apertura” delle ottiche che possiedo. Non mi interessano i “rasoi”, preferisco impiegare il mio tempo e i miei soldi per leggere libri, vedere mostre, far crescere la mia cultura fotografica. Lo sostengo con estrema convinzione: la migliore tecnologia non potrà mai sostituire l’occhio del fotografo. E aggiungo che credo che gran parte dei “mali” della fotografia contemporanea risieda nel fatto che in tanti sono convinti del contrario, compresi molti che staranno leggendo questa recensione :) Badate bene, non sto giudicando: ci sono passato anch’io…
Ci sono tanti aspetti da considerare quando si sceglie una fotocamera, e la comodità per me non è un aspetto secondario. Se avessi voluto la migliore qualità di immagine in assoluto forse avrei dovuto scegliere di lavorare con una Nikon D4, ma addio portabilità. Ad esempio, quanti scatti di street photography avrei perso per via della sua “mole” impossibile da nascondere? Quanti mal di schiena dopo 9 ore ininterrotte di Street? Se avessi voluto l’autofocus più rapido… lo avevo già :) (Canon 5D mark III).
Ci sono cose che pesano troppo, che ingombrano troppo, come la D4 o la 5D. Ci sono cose che costano troppo, almeno per me, come la Leica M.
E poi una persona cara qualche anno fa mi insegnò questo motto: “il meglio è nemico del bene”. Sono consapevole che la ricerca della “perfezione” può portarmi lontano dall’obiettivo finale.
E per me l’obiettivo finale è duplice: 1) fare contenti i miei clienti e 2) continuare a far si che la fotografia sia la mia più grande passione.
Il mio cliente non sa cos’è la nitidezza “da angolo ad angolo”. Saprà riconoscere una luce interessante, dei bei colori, un momento “decisivo”. Saprà leggere l’ironia di una foto, l’empatia di un’altra… Sicuramente non sarà interessato al dettaglio periferico a TA, all’aberrazione cromatica, alla distorsione a cuscinetto e alla resa del bokeh. Più che disinteressato non saprà proprio di cosa stiamo parlando :) Sono “pippe” da fotografi, prese magnificamente in giro a questa pagina.
Luce, colori, momento, ironia, empatia… per ottenere questo non ho bisogno dei “rasoi” o del miglior sensore al mondo, ma di occhio, rapidità, coraggio, istinto, e tanta cultura fotografica. Ho bisogno di una fotocamera che sia una estensione del mio braccio e, soprattutto, del mio cervello. Ho bisogno di una fotocamera divertente, comoda, rapida, che mi aiuti a restare concentrato e non mi spezzi la schiena dopo ore di lavoro. Nel mio caso specifico di fotografo interessato alla spontaneità, ho bisogno soprattutto di una fotocamera che mi aiuti ad essere quanto più possibile “invisibile”, caratteristica essenziale per la “street” o per il matrimonio come lo interpreto io (no pose -per davvero- solo un testimone e non un regista :)
Ma in questa parte della mia recensione parliamo di IQ (= Image Quality) e veniamo alla domandona: può definirsi BUONA la qualità di un sensore APS-C nel 2015?
Lo standard professionale, come è noto, è il Full Frame. Sensore grande, costi maggiori… ma tutti sono concordi nel fatto che il Full Frame ha per lo meno tre benefici (e non di poco conto!):
maggiore resa agli alti ISO
possibilità di ottenere una minore Profondità di Campo (migliore sfocato)
possibilità di scegliere tra un parco ottiche di elevata qualità
Nei prossimi tre paragrafi di questo post analizzerò questi tre luoghi comuni (?) per comprendere se siano affermazioni veritiere e, qualora lo fossero, se possano rappresentare davvero uno svantaggio per il fotografo professionista o il fotoamatore.
FULL FRAME, APS-C, X-TRANS: parliamo di Qualità di immagine
Quando gli ISO sono bassi la qualità d’immagine di un sensore APS-C e di uno Full Frame è praticamente equivalente. Un fotografo paesaggista non sa che farsene del Full Frame. A meno che non faccia paesaggi notturni… In quel caso gli ISO schizzano frequentemente a 3.200 e allora il problema si pone: meglio Full Frame?
Se anche tu sei convinto, come lo ero io, che il Full Frame abbia una qualità di immagine impareggiabile, allora ecco il mio consiglio: prenditi un bel caffè e goditi questo quarto d’ora: un esilarante Zack Arias ci illustra la reale, “millimetrica” differenza tra APS-C e Full Frame. Un video da aggiungere ai preferiti… :) Lo trovate qui.
Qualcuno penserà che Zack è un po’ estremista e farà presente che è un testimonial Fuji, quindi un po’ di parte… Vero. Resto comunque convinto che qualora esista davvero un vantaggio dei sensori Full Frame, questo sarà colmato a breve. È una questione di tecnologia: evolve.
E a proposito di tecnologia Fujifilm ci ha messo del suo. Non contenta dell’APS-C “liscio” ha progettato un sensore che, sebbene anch’esso APS-C e quindi più piccolo, potesse competere “alla pari” con il sensore Full Frame. E così è nato il sensore X-TRANS. Per i più tecnici si tratta di un sensore con un array di fotodiodi che non segue lo schema GRGB dei sensori Bayer. In sostanza, mescolando i fotodiodi, non c’è più bisogno del filtro “low-pass” che riduce l’effetto moirè ma sacrifica il dettaglio delle immagini.
Il risultato sono immagini più ricche di dettaglio. E qualche vantaggio si ottiene anche sul fronte della resa dei colori. Funziona? Boh! :) A giudicare dai test che mettono a confronto le immagini a vari ISO sembrerebbe di si. Quello che posso affermare io è che dopo 11 mesi non rimpiango assolutamente le mie full frame Canon.
Le foto che seguono sono scattate a vari ISO (nella didascalia leggi sempre il valore) e senza alcuna riduzione del rumore o incremento della nitidezza.
Sul fronte del rumore, la X-T1 regge gli ISO agevolmente fino a quota 6.400. Probabilmente a quel valore (e solo a quel valore) la 5D mark III ha un leggero vantaggio ma il RAW Fuji a 6.400 ISO è comunque assolutamente utilizzabile. E poi questo “leggero vantaggio” è niente rispetto ai vantaggi che sto illustrando in questa recensione a puntate.
Sul fronte del colore invece non c’è storia: la resa dei colori delle fotocamere Fujifilm è da sempre un benchmark per tutti. Non è un caso: Fujifilm, a differenza di Canon o Nikon, ha sempre prodotto pellicole e conosce bene l’importanza che il consumatore attribuisce alla corretta “color rendition”.
Laddove con Canon c’era da abituarsi a bilanciamenti del bianco non sempre impeccabili con Fuji la storia è ben diversa. I colori sono sempre accesi ma mai troppo saturi o caldi, l’incarnato è molto più naturale e le correzioni del bilanciamento del bianco in Lightroom sono molto più contenute rispetto a quanto mi capitava di fare con Canon.
Un discorso particolare meritano i JPEG SOOC (Straight Out Of Camera, nuovo acronimo per intendere file Jpeg senza interventi, così come usciti dalla fotocamera). È particolarmente frequente, tra i “pro” che usano Fuji, trovare persone talmente entusiaste dalle simulazioni dei film presenti a bordo camera da aver abbandonato il RAW.
Pur continuando a preferire il RAW, anche come investimento per il futuro, sono costretto ad ammettere che i JPG con le simulazioni pellicola hanno un certo “appeal”. Riporto qui sotto la stessa scena ripresa con le differenti simulazioni presenti sulla mia X-T1.
C’è però una buona notizia anche per i fan del formato RAW: fortunatamente le ultime versioni di Lightroom riproducono fedelmente queste simulazioni attraverso lo strumento “Calibrazione Fotocamera” nel modulo Sviluppo.
Il problema dello sviluppo dei RAW
Sullo sviluppo dei RAW dei sensori X-Trans è stato detto di tutto. Una semplice ricerca su google può contribuire a illustrare a fondo il problema.
Per farla breve esistono software competitor di Lightroom che pare trattino i RAW Fujifilm meglio di quanto faccia quest’ultimo. In particolare le versioni di Lightroom fino all’autunno del 2014 presentavano il problema dell’effetto “acquerello”, soprattutto sul fogliame. Il dettaglio delle foto era impastato e un po’ innaturale.
Le cose sono migliorate negli ultimi mesi anche se software come Iridient Developer, che molti “Fujisti” considerano il migliore per i propri RAW Fuji, riescono a riprodurre il dettaglio delle immagini significativamente meglio di quanto faccia la versione attuale di Lightroom.
Sono tuttavia convinto che le prossime versioni di Lightroom faranno ancora meglio e che diventerà sempre più raro il ricorso a software alternativi.
Anche qui vale il detto: “il meglio è nemico del bene”. Se è vero che usare Iridient mi permetterebbe uno sviluppo migliore, penso sia folle rinunciare a tutte le altre caratteristiche che fanno di Lightroom il software per fotografi più utilizzato al mondo.
Ricapitolando: sulla resa agli alti ISO leggero vantaggio per il Full Frame, sulla riproduzione dei colori vince X-TRANS. Se in generale esiste un vantaggio di qualità di immagine dei sensori Full Frame sul sensore X-TRANS questo è per me trascurabile. E presumibilmente verrà in breve tempo colmato.
Profondità di campo e sensori APS-C
A parità di focale, diaframma e distanza di messa a fuoco, un sensore Full Frame produrrà una Profondità di Campo nitido (d’ora in avanti PDC) inferiore rispetto a quella generata da un sensore APS-C. In generale vale la regola che tanto più grande è il sensore tanto minore sarà la profondità di campo. Questo basta in genere ai detrattori dell’APS-C per sostenere la sua “inferiorità”. Tra APS-C e Full Frame la differenza di PDC riprodotta è più o meno pari a poco più di uno STOP. Ciò significa che, ad esempio, per riprodurre la stessa ridotta PDC che un sensore FF produce a f/2.0, avrò bisogno di un ottica su APS-C pari almeno a f/1.4. Ammesso che esista.
C’è poco da aggiungere: se adorate la tridimensionalità e lo stacco netto dallo sfondo di ottiche estreme come il Canon 85mm f/1.2 allora la X-T1 non fa per voi.
Io, dal canto mio, ho imparato una cosa. Ai miei corsi di fotografia ho compreso che una delle prime cose che entusiasmano un allievo è quando riesce a riprodurre lo sfocato tipico del 50mm f/1.8, ottica abbordabile e che da tante soddisfazioni.
Riuscire a dare risalto al fulcro della foto sfocando di brutto il resto offre una felicità immediata al fotografo che sta imparando. Anche per me è stato così… Ho sempre voluto quello sfondo sempre più sfocato…Il più grande freno che avevo all’acquisto della X-T1 era proprio questo. Ok, le ottiche sono luminose… Ma dovrò rinunciare a quel bell’effetto dello sfondo impastato che a me piace tanto… Fino a quando…
Fino a quando non ho cominciato a notare che le foto che hanno fatto la storia della Fotografia cercavano l’esatto contrario, ovvero: una profondità di campo elevata… Fino a quando non ho cominciato a notare che le belle foto di matrimonio sono raramente scattate a f/1.2.
Il diaframma più aperto è molto utile in determinate situazioni. Sicuramente indispensabile quando ti consente di tenere bassi gli ISO o rapidi i tempi. Ma un conto è il diaframma aperto, altro è la PDC! La PDC iper-ridotta non è sempre desiderabile. Ad esempio il fotografo documentarista, appena la luce glie lo consente, tende a chiudere il diaframma. Chiudere il diaframma ha i suoi benefici: la qualità d’immagine migliora, ci sono minori problemi di messa a fuoco…
Ma allora lo sfocato estremo serve? Se si a cosa? Dipenderà molto dal genere fotografico che preferiamo, ma posso affermare senza timore di essere contraddetto che la profondità di campo estremamente ridotta (roba di millimetri) sarà la gioia del ritrattista (di alcuni ritrattisti) e la dannazione dello street photographer. Tutti gli altri tipi di fotografi saranno ragionevolmente indifferenti al problema. Quindi potrei affermare che tutto dipende dal genere fotografico.
Provo quindi a fare qualche considerazione legata ad alcuni generi fotografici per tentare di capire quando serva davvero una PDC estremamente ridotta:
Il paesaggista è interessato all’esatto contrario. Vuole il massimo della nitidezza e non userà (quasi) mai i diaframmi aperti. Se usa un diaframma aperto (ad esempio nel paesaggio notturno) lo fa per necessità e comunque desidererebbe la PDC maggiore possibile. Quindi meglio APS-C che FF.
Il fotografo documentarista/fotogiornalista in genere può fare uso di PDC ridotte per scopi creativi. Ci sono diverse scuole di pensiero ma non ho mai trovato un fotogiornalista che avesse bisogno di una PDC ridotta a pochi millimetri. Quindi non c’è ragione di preferire il FF all’APS-C.
Il ritrattista adora (spesso ma non sempre) concentrare l’attenzione sugli occhi. Preferirà ottiche luminosissime su FF per ridurre quanto più possibile la PDC, con la consapevolezza che se il modello/a non è in posa e non sta fermissimo (stessa condizione richiesta a lui) il fuoco sarà sbagliato. Per lui decisamente meglio FF che APS-C.
Lo street photographer cerca sempre la massima PDC. Usa diaframmi tra f/8 e f/16 e se è costretto ad usare un f/2.8 perchè è buio si augurerà sempre di avere la massima PDC. Quindi decisamente meglio APS-C che FF.
Il matrimonialista vuole luce! Quindi ottiche luminose. La PDC troppo ridotta può costituire un problema. Ad esempio, durante la cerimonia in una chiesa buia se si scatta lateralmente a tutta apertura sarà impossibile avere sposa e sposo a fuoco contemporaneamente. Anche qui, a parità di diaframma avere un pizzico di PDC in più può essere un vantaggio. Se il matrimonialista è ritrattista cercherà un bel bokeh ma se è disposto a rinunciare a quello estremo dell’85 f/1.2 troverà nel parco ottiche Fujifilm tutto ciò di cui ha bisogno. Quindi, tutto sommato, meglio APS-C che FF.
Ad ogni modo ho imparato sulla mia pelle che una profondità di campo estremamente ridotta è spesso il vestito buono quando manca l’idea, la sostanza. Se una foto non si regge in piedi per il suo contenuto spesso basta vestirla bene usando saggiamente una sfocatura “ad effetto” e siamo a posto :) Lo sto dicendo? L’ho detto: la rinuncia alla PDC estrema può stimolarti a fare meglio su altri fronti…
Ma torniamo a Fuji. Quanto “sfocato” posso ottenere con le ottiche del sistema X? E qui viene il bello…
Vuoi contesto? Con Canon usavo il Sigma 35 F/1.4. Adesso uso il 23mm f/1.4. Ho rinunciato ad uno STOP di PDC. Qui, devo ammetterlo, è dove sento maggiormente la mancanza dell’equivalente Canon (e chi ha provato il Sigma 35 Art sa perfettamente a cosa mi riferisco). Il 23mm f/1.4 è una eccellente ottica ma il 35mm f/1.4 produceva una cremosità dello sfocato che adesso è solo un ricordo :(
Vuoi un medio tele per i ritratti? Con Canon usavo l’85mm f/1.8. Con il Fuji 56mm f/1.2 ottengo la stessa PDC, ma ho uno STOP di luminosità in più! Qui… nessun rimpianto :)
Vuoi stare più largo? C’è il 16mm f/1.4 che ha una PDC paragonabile al 24 f/1.4 FF (più è corta la focale più tendono ad annullarsi le differenze).
Potrei continuare ma mi fermo qui. Torno al video di Zack Arias proposto in apertura: NE-GLI-GI-BLE! :-D
Nella galleria che segue mostro la differenza di profondità di campo tra 23mm 1.4 vs 35mm 1.4 e 56mm 1.2 vs 85mm 1.8.
Le prime due foto sono a focale 35mm equivalente FF. A parità di luminosità (f/1.4) lo PDC del Sigma è più ridotta di uno STOP. Per ottenere lo stesso effetto con Fuji avrei bisogno di un 23mm f/1.0 che non esiste. La differenza di cremosità del bokeh è ancora più evidente quando la distanza di messa a fuoco si allontana. Le ultime due foto mostrano un netto vantaggio del Sigma.
Alla focale 85mm equivalente FF abbiamo un sostanziale pareggio dovuto alla maggiore luminosità del 56mm Fuji (1.2 vs 1.8). Ma Canon offre l’85mm f/1.2 che ovviamente riesce a riprodurre PDC estremamente ridotte. Io, tuttavia, non ne ho mai avuto bisogno.
Fujinon: un nome, una garanzia
“Ma vuoi mettere la serie L Canon o le fantastiche ottiche Nikkor?”
Eh si… ottiche eccellenti… E cosa rispondo qui? Prendiamola alla larga… :)
Se qualcuno mi chiedesse qual è la migliore fotocamera mirrorless attualmente disponibile sul mercato mi metterebbe in crisi. Olympus è “sul pezzo” da un bel po’, l’autofocus delle sue fotocamere è difficile da battere. Sony ha in catalogo APS-C dal rapporto qualità/prezzo imbattibile e ha scelto inoltre di seguire la strada del “full frame”. La famiglia A7 è davvero eccellente (ma costa!). Per non parlare di Samsung (il mio idolo, Alex Webb, usa una NX-1) o Panasonic… Ogni prodotto nuovo conquista clienti e le recensioni sono spesso entusiaste.
Ma se qualcuno mi chiedesse qual è il miglior SISTEMA CSC (Compact Camera System, sinonimo di mirrorless oppure di ILCA, Interchangeable Lens Cameras, oppure di EVIL, Electronic Viewfinder Intechangeable Lens) allora non avrei dubbi nel rispondere Fujifilm.
La ragione è semplice: pur essendo partita un po’ in ritardo rispetto ad altri competitor, Fuji ha scelto di concentrarsi non solo sul sensore X-TRANS e sulle fotocamere, ma di mettere a frutto la sua pluriennale esperienza in campo ottico progettando un sistema di obiettivi eccellenti e realizzandolo in tempi record!
La roadmap dello sviluppo del proprio parco ottiche, sempre disponibile sul sito, segue una logica ben precisa: piuttosto che concentrarsi su zoom plasticosi e competere sul prezzo, Fuji ha scelto di produrre innanzi tutto lenti raffinate che fanno della qualità ottica e costruttiva il loro punto di forza. Il target, per intenderci, non sono quelli che badano al prezzo, ma i professionisti e quelli che cercano la qualità. Nessun compromesso qualitativo quindi, e in soli tre anni il sistema è praticamente al completo: con le ottiche che usciranno nel 2015 e nei primi mesi del 2016 sarà possibile utilizzare il sistema Fuji per qualsiasi genere fotografico. Ci sono zoom eccellenti f/2.8, ottiche fisse luminosissime per tutte le focali (f/1.4 o addirittura f/1.2), ottiche macro, stabilizzate, tropicalizzate, etc.
Un esempio aiuterà a comprendere la strategia Fujifilm: le fotocamere vengono sempre vendute in kit con uno zoom standard “tuttofare” che, per il sistema APS-C, è in genere un 18-55 mm. Tutti i 18-55 delle varie marche sono accomunati dal nome “plasticotto” per indicare una qualità costruttiva per così dire… mediocre. Dal lato ottico le cose non vanno meglio: poca nitidezza e in genere hanno una luminosità che varia tra f/3.5 della posizione grandangolare e f/5.6 della posizione tele. Un po’ bui…
Il 18-55 Fujifilm è differente. Molto differente. Ha un eccellente stabilizzatore, è costruito interamente in metallo, le sue ghiere sono talmente fluide da fungere anche da “passatemposcacciapensieri” :) ed ha una luminosità di f/2.8-4. In pratica è uno stop più luminoso rispetto ai suoi colleghi di altre marche. Non si può certo definire un’ottica “base”.
Nell’ultima puntata di questa recensione parlerò di “quanto costa” un sistema CSC Fujifilm, ma posso anticipare quanto segue: Fuji produce fotocamere e ottiche di estrema qualità ad un prezzo assolutamente competitivo rispetto all’attrezzatura delle altre marche con stesso livello qualitativo.
Giusto un accenno sulla correzione dei difetti degli obiettivi: con Canon avevo preso l’abitudine di correggere le aberrazioni ottiche cliccando semplicemente su “attiva correzioni profilo” nello strumento “correzioni obiettivo”. In una frazione di secondo Lightroom leggeva l’ottica utilizzata dai dati Exif e correggeva di conseguenza la vignettatura e la distorsione dell’ottica, utilizzando profili che tenevano conto della focale utilizzata e del diaframma.
Comodo e veloce.
Ricordo ancora lo smarrimento iniziale con Fuji: cliccando su “attiva correzioni profilo” non veniva riconosciuta l’ottica utilizzata.
Un po’ di ricerca su google e ho compreso il motivo: le immagini prodotte dalle fotocamere Fujifilm si portano dietro i profili di correzione direttamente dentro il file RAW e Lightroom le applica di default. Avete capito bene: non c’è bisogno di utilizzare i profili di Adobe perchè i file hanno già le aberrazioni corrette dai profili “embedded” nel file RAW. Non bisogna fare nulla. Il file è già corretto :)
Ancor più comodo e ancor più veloce :)
Per concludere: le ottiche Fuji sono assolutamente all’altezza delle blasonate serie L Canon o delle migliori Nikkor. In alcuni casi oserei dire che le sorpassano in qualità. Tutto alla metà del peso… Non male direi…
Per concludere
Sono abituato a verificare personalmente i “si dice”. E in un anno ho compreso questo:
I moderni sensori APS-C (e in particolare il sensore X-TRANS) trattano molto meglio il rumore rispetto a qualche anni fa. Siamo sempre più vicini al Full Frame. In alcuni casi è impossibile notare la differenza. E ad ogni modo eventuali differenze verranno annullate nel giro di un paio d’anni.
Una Profondità di Campo estrema è utile solo in rari casi. È invece molto più frequente nel mio lavoro quotidiano la necessità di avere un profondità di campo elevata. E se mi serve quella ridotta ci sono ottiche Fuji che fanno al caso mio.
Il parco ottiche Fuji è di prim’ordine. Non conosce compromessi sul campo della qualità costruttiva e della qualità ottica.
Se Fujifilm tirasse fuori una fotocamera mirrorless con un sensore Full Frame probabilmente resterei sul sensore APS-C. Minor peso, minore ingombro (le ottiche FF peserebbero comunque di più), maggiore PDC a parità di luminosità…
Indecisi? Confusi? No problem, lo ero anch’io :)
Coming Soon!
La prossima settimana: PARTE 4 | Le mirrorless hanno dei limiti (!)
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34commenti
Alessandro dice:
Articolo bellissimo e che fa riflettere…complimenti!
Gran bell’articolo! Anche se sono già un detentore di XT-1 con 18-55, 35 1.4 e 56 1.2 me lo sono letto volentieri per sentire altre conferme :)
Però ero attratto anche nel leggere questo articolo sperando di aver “supporto” su una cosa che non so se succede a tutti o solo a me: importare i raw su Lightroom (a differenza della mia 5D Mark III) ci mette tanto più tempo! Solitamente quando lavoro scatto con entrambi i corpi e quando importo tutte le foto prima importa velocemente i file Canon e quando arriva a quelli della Fuji rallenta..anche a te succede per caso?
Grande serie di articoli.
Ho scoperto Fuji per caso ed ho deciso di affiancare alla mia D90 la X20(si non è aps-c ma è pur sempre più grande delle solite compatte)
Che dire..è sempre con me in borsa.
Purtroppo l’investimento in ottiche nikon mi farebbe propendere per restare “in famiglia” Ma la X-T1 è davvero davvero bella.
Un saluto
Dalla formula per il calcolo dell’iperfocale il circolo di confusione è un denominatore quindi se più grande (come nei sensori FF) l’iperfocale è minore e quindi la PDC maggiore..
A parità di focale diaframma e MAF un sensore FF ha una PDC maggiore
I sensori APSC hanno più PDC se vogliamo mantenere lo stesso angolo di campo e quindi usiamo obiettivi più corti con una PDC più estesa……..
Questa è la teoria come io la conosco… ma forse mi sfugge qualcosa!!!
Ho scoperto questa cosa andando a confrontare i dati su http://www.dofmaster.com
A parità di focale, diaframma e distanza di messa a fuoco, un sensore Full Frame produrrà una Profondità di Campo nitido (d’ora in avanti PDC) inferiore rispetto a quella generata da un sensore APS-C. In generale vale la regola che tanto più grande è il sensore tanto minore sarà la profondità di campo
Ciao Stefano, sono arrivato al tuo articolo tramite il passaparola quando già possiedo una X-T1 con il 18-55 2.8-4 dopo avere abbandonato per sempre Canon e… complimenti! tutto perfettamente corrispondente! Aggiungo che finalmente riesco ad utilizzare con molta soddisfazione anche le ottiche manuali vintage che possiedo in varie focali (Pentax 35 f3.5, Helios 58 f2, Zeiss 135 f3.5, catadiottrico MTO 500 f8) grazie alla spezzatura d’immagine sulla messa a fuoco manuale. Brava Fuji !!!
Salve a tutti, vorrei avere un vostro parere sull’obbiettivo Walimex 12 mm f 1.2. Sono molto attratto dai grandangolari soprattutto se luminosi. Grazie.
Ciao Mario, non l’ho mai testato di persona ma da quello che sento dire è un ottimo obiettivo. Ovviamente per i paesaggi, non lo vedo adatto ad altri generi fotografici…
Molto interessante. Tu hai fatto il confronto tra ff e apsc. Beh io ho letto altri articoli dove si confronta ff e m4/3 e dicono esattamente le stesse cose. Quindi il m4/3 stando a questi articoli sarebbe ancora più preferibile delle apsc per compattezza e Qi soprattutto se non è necessaria una ridotta pdc
Secondo il mio modesto parere il m4/3 è ottimo per la street, ma non altrettanto versatile quando l’APS-C che consente ancora sfocature degne con diaframmi f/1.4. In sostanza credo che l’APS-C sia il miglior compromesso tra i tre formati…
Ciao Stefano, ho letto e riletto i tuoi interessantissimi e ben scritti (mai pensato di fare lo scrittore? Secondo me hai talento) articoli. Tanto che sono convinto di lasciare il mio pesantissimo corredo Canon a favore di una xt2. Investendo in ottiche Fuji di qualità ovviamente.
Ora pur essendo molto spinto, ho alcuni dubbi che non riesco a risolvere. In particolare a me piace usare un’ottica superba, il 70-200 2.8 IS ii che mi offre a 2.8 una cremosità di bokeh davvero squisita senza perderne in nitidezza. Passando a Fuji anche con l’ottimo 50-140 perderei questo sfocato? Forse si. E come posso cavarmela con il mio sigma 35 1.4 art? Qui forse andando di 23 1.4 ci si va vicino. Insomma seppur ancora con qualche perplessità sono pronto al grande salto verso il “less is more”. E poi c’è il fattore non tecnico. Le Fuji mi ricordano molto la mia vecchia Canon Ftb con la quale scattavo diapo Velvia tantissimi anni fa e con la quale ho imparato a fotografare.
Un caro saluto. Max
Ciao Max, grazie per i complimenti che fanno sempre piacere :)
Venendo ai tuoi dubbi ti direi che se vuoi ottenere lo stesso sfocato delle ottiche Canon FF devi considerare le equivalenti ottiche Fuji senza “moltiplicare”. In sostanza allo sfocato del Sigma ti avvicini con il 35 f/1.4 Fuji e non con il 23 (che ha maggiore profondità di campo pari ad uno stop almeno). Lo so, cambia l’angolo di campo… ma non si può avere tutto :) Ci vorrebbe un 23 f/0.95, ma non credo lo faranno mai… O forse si, Fuji mi ha spesso stupito… Al momento è in cantiere un 33mm f/1.0. Aspettiamo :)
Bell’articolo, considerazioni condivisibili e soprattutto un meritato tributo a Fujifilm che ho iniziato ad apprezzare da qualche tempo, convincendomi sempre più della qualità e della perizia che impiega nella costruzione delle fotocamere.
In realtà cercavo anche spunti ed esperienze circa l’utilizzo della parte video, pare che la xt2 sia nata anche per soddisfare questa fetta di mercato ma che dire della xt1, come ti sembra?
A proposito della PDC legata alla tipologia di sensore, ho letto che ad esempio per la panasonic gh4 (con sensore micro 4/3) viene usato uno speed boster della metabons per ridurre il fattore di crop e guadagnare in luminosità e PDC, certo non ha un costo abbordabile ma potrebbe essere una soluzione, sempre che se ne senta la necessità.
un saluto
Ester
articolo molto interessante,possiedo anche io la fuji xt1 ,sono d’accordo anche io che il jpeg e buonissimo,pero’ ora volevo provare l’infrarosso e se era possibile avere qualche consiglio sui filtri da montare davanti oll’obiettivo e il settaggio della macchina e se fotografare in raf o in jpeg saluti CLAUDIO
Grazie Claudio! Sull’infrarosso sono poco competente… Per i filtri: se intendi quelli “protettivi” io uso gli Hoya UV(0) che hanno un buon rapporto qualità/prezzo. Se RAF o JPG dipende da te… Io personalmente scatto in RAF per le ragioni che ho esposto.
Sono felice possessore fin dall ‘uscita della xpro2. Lavorando con le otiche fisse spesso e’ preferibile avere un secondo corpo. Meglio a tuo parere affiancare una xt20 o una xt1 usata ?
[…] di una fotocamera APS-C rispetto a quella di una reflex. E ho anche tentato di spiegare, nella terza parte della mia recensione come l’aumento di profondità di campo determinato da un sensore più […]
[…] 1: le mirrorless sono scomode (?) Parte 2: le mirrorless sono lente (?) Parte 3: le mirrorless non sono professionali (?) Parte 4: le mirrorless hanno dei limiti […]
[…] di una fotocamera APS-C rispetto a quella di una reflex. E ho anche tentato di spiegare, nella terza parte della mia recensione come l’aumento di profondità di campo determinato da un sensore più […]
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Articolo bellissimo e che fa riflettere…complimenti!
Grazie Alessandro :)
Sono con te al 100% anch’io ho un corredo Fuji ,complimenti per le foto.
Grazie Roberto :)
Mannaggia prof mi stai a mette una voglia di compra questa macchinetta…. grrrrr :)
Resisti! :)
Gran bell’articolo! Anche se sono già un detentore di XT-1 con 18-55, 35 1.4 e 56 1.2 me lo sono letto volentieri per sentire altre conferme :)
Però ero attratto anche nel leggere questo articolo sperando di aver “supporto” su una cosa che non so se succede a tutti o solo a me: importare i raw su Lightroom (a differenza della mia 5D Mark III) ci mette tanto più tempo! Solitamente quando lavoro scatto con entrambi i corpi e quando importo tutte le foto prima importa velocemente i file Canon e quando arriva a quelli della Fuji rallenta..anche a te succede per caso?
Davide, i RAW della X-T1 non sono compressi… probabilmente il problema è quello. Succede anche a me… ne parlerò la prossima settimana.
Grande serie di articoli.
Ho scoperto Fuji per caso ed ho deciso di affiancare alla mia D90 la X20(si non è aps-c ma è pur sempre più grande delle solite compatte)
Che dire..è sempre con me in borsa.
Purtroppo l’investimento in ottiche nikon mi farebbe propendere per restare “in famiglia” Ma la X-T1 è davvero davvero bella.
Un saluto
grazie! mi ha tolto molti dubbi
Veramente ero convinto del contrario!!
Dalla formula per il calcolo dell’iperfocale il circolo di confusione è un denominatore quindi se più grande (come nei sensori FF) l’iperfocale è minore e quindi la PDC maggiore..
A parità di focale diaframma e MAF un sensore FF ha una PDC maggiore
I sensori APSC hanno più PDC se vogliamo mantenere lo stesso angolo di campo e quindi usiamo obiettivi più corti con una PDC più estesa……..
Questa è la teoria come io la conosco… ma forse mi sfugge qualcosa!!!
Ho scoperto questa cosa andando a confrontare i dati su http://www.dofmaster.com
Miriferivo a questa affermazione:
A parità di focale, diaframma e distanza di messa a fuoco, un sensore Full Frame produrrà una Profondità di Campo nitido (d’ora in avanti PDC) inferiore rispetto a quella generata da un sensore APS-C. In generale vale la regola che tanto più grande è il sensore tanto minore sarà la profondità di campo
Ciao Stefano, sono arrivato al tuo articolo tramite il passaparola quando già possiedo una X-T1 con il 18-55 2.8-4 dopo avere abbandonato per sempre Canon e… complimenti! tutto perfettamente corrispondente! Aggiungo che finalmente riesco ad utilizzare con molta soddisfazione anche le ottiche manuali vintage che possiedo in varie focali (Pentax 35 f3.5, Helios 58 f2, Zeiss 135 f3.5, catadiottrico MTO 500 f8) grazie alla spezzatura d’immagine sulla messa a fuoco manuale. Brava Fuji !!!
Ciao Claudio, grazie! :)
grazie. Quanto mi ci ritrovo… :)
Salve a tutti, vorrei avere un vostro parere sull’obbiettivo Walimex 12 mm f 1.2. Sono molto attratto dai grandangolari soprattutto se luminosi. Grazie.
Ciao Mario, non l’ho mai testato di persona ma da quello che sento dire è un ottimo obiettivo. Ovviamente per i paesaggi, non lo vedo adatto ad altri generi fotografici…
Grazie Stefano!
Molto interessante. Tu hai fatto il confronto tra ff e apsc. Beh io ho letto altri articoli dove si confronta ff e m4/3 e dicono esattamente le stesse cose. Quindi il m4/3 stando a questi articoli sarebbe ancora più preferibile delle apsc per compattezza e Qi soprattutto se non è necessaria una ridotta pdc
Secondo il mio modesto parere il m4/3 è ottimo per la street, ma non altrettanto versatile quando l’APS-C che consente ancora sfocature degne con diaframmi f/1.4. In sostanza credo che l’APS-C sia il miglior compromesso tra i tre formati…
Ciao Stefano, ho letto e riletto i tuoi interessantissimi e ben scritti (mai pensato di fare lo scrittore? Secondo me hai talento) articoli. Tanto che sono convinto di lasciare il mio pesantissimo corredo Canon a favore di una xt2. Investendo in ottiche Fuji di qualità ovviamente.
Ora pur essendo molto spinto, ho alcuni dubbi che non riesco a risolvere. In particolare a me piace usare un’ottica superba, il 70-200 2.8 IS ii che mi offre a 2.8 una cremosità di bokeh davvero squisita senza perderne in nitidezza. Passando a Fuji anche con l’ottimo 50-140 perderei questo sfocato? Forse si. E come posso cavarmela con il mio sigma 35 1.4 art? Qui forse andando di 23 1.4 ci si va vicino. Insomma seppur ancora con qualche perplessità sono pronto al grande salto verso il “less is more”. E poi c’è il fattore non tecnico. Le Fuji mi ricordano molto la mia vecchia Canon Ftb con la quale scattavo diapo Velvia tantissimi anni fa e con la quale ho imparato a fotografare.
Un caro saluto. Max
Ciao Max, grazie per i complimenti che fanno sempre piacere :)
Venendo ai tuoi dubbi ti direi che se vuoi ottenere lo stesso sfocato delle ottiche Canon FF devi considerare le equivalenti ottiche Fuji senza “moltiplicare”. In sostanza allo sfocato del Sigma ti avvicini con il 35 f/1.4 Fuji e non con il 23 (che ha maggiore profondità di campo pari ad uno stop almeno). Lo so, cambia l’angolo di campo… ma non si può avere tutto :) Ci vorrebbe un 23 f/0.95, ma non credo lo faranno mai… O forse si, Fuji mi ha spesso stupito… Al momento è in cantiere un 33mm f/1.0. Aspettiamo :)
Bell’articolo, considerazioni condivisibili e soprattutto un meritato tributo a Fujifilm che ho iniziato ad apprezzare da qualche tempo, convincendomi sempre più della qualità e della perizia che impiega nella costruzione delle fotocamere.
In realtà cercavo anche spunti ed esperienze circa l’utilizzo della parte video, pare che la xt2 sia nata anche per soddisfare questa fetta di mercato ma che dire della xt1, come ti sembra?
A proposito della PDC legata alla tipologia di sensore, ho letto che ad esempio per la panasonic gh4 (con sensore micro 4/3) viene usato uno speed boster della metabons per ridurre il fattore di crop e guadagnare in luminosità e PDC, certo non ha un costo abbordabile ma potrebbe essere una soluzione, sempre che se ne senta la necessità.
un saluto
Ester
Ciao ma se ti dicessi che non mi interessano i video secondo te la X-t2 vale i soldi in più della X-t1
Se cerchi la massima velocità operativa e uno stop in più sugli alti ISO ti direi di si…
Ciao,
volevo farti i complimenti per questo bellissimo articolo e bellissime parole sulle fisse dei “pixel” da corner a corner!
tante belle cose
Fabrizio
Grazie Fabrizio! :)
articolo molto interessante,possiedo anche io la fuji xt1 ,sono d’accordo anche io che il jpeg e buonissimo,pero’ ora volevo provare l’infrarosso e se era possibile avere qualche consiglio sui filtri da montare davanti oll’obiettivo e il settaggio della macchina e se fotografare in raf o in jpeg saluti CLAUDIO
Grazie Claudio! Sull’infrarosso sono poco competente… Per i filtri: se intendi quelli “protettivi” io uso gli Hoya UV(0) che hanno un buon rapporto qualità/prezzo. Se RAF o JPG dipende da te… Io personalmente scatto in RAF per le ragioni che ho esposto.
Sono felice possessore fin dall ‘uscita della xpro2. Lavorando con le otiche fisse spesso e’ preferibile avere un secondo corpo. Meglio a tuo parere affiancare una xt20 o una xt1 usata ?
Preferirei la X-T20 praticamente sotto ogni aspetto… :)